domenica 26 novembre 2017

Deleuze e i palestinesi @ Intervista a Selma Dabbagh @ Mangialibri


Selma Dabbagh è una scrittrice britannica con un legame familiare ed affettivo molto forte con la Palestina. Nipote di un esiliato, ha difeso la causa palestinese prima nei tribunali come avvocato dei membri della Freedom Flotilla per Gaza, poi dando voce su carta a un popolo le cui istanze sono state spesso imbavagliate dal pregiudizio. La incontro al Pisa Book Festival per una chiacchierata che prendendo le mosse dal suo ultimo libro (Fuori da Gaza) spazierà verso molti dei temi che le sono cari.
Una recente ondata di revisionismo in chiave anti-araba ha investito l’opera di grandi filosofi che come Gilles Deleuze sono stati liquidati come “antisemiti” per la loro sensibilità alla causa palestinese. Non pensi che alcuni popoli sembrano essersi arrogati l’esclusiva sul vittimismo? 
Penso che la confusione voluta tra l’antisemitismo e l’antisionismo nell’ultimo decennio è stata portata a livelli di ambiguità senza precedenti. La distinzione tra in due termini è stata resa sempre più blanda da molti sostenitori di Israele, tra cui alcuni gruppi di interesse all’estero, come negli Stati Uniti, ma per fortuna ci sono anche gruppi che combattono questa confusione. La cultura ebraica è molto più ampia e varia del sionismo. Hai assolutamente ragione, penso che alcuni sentano di avere il monopolio della sofferenza a causa dell’Olocausto, ma credo che sia una visione pericolosa.
Sempre Deleuze ha definito i Palestinesi “il popolo scomparso”, paragonandoli agli indiani d’America. Pensi che siano davvero destinati a scomparire inghiottiti dalla colonizzazione? 
Deleuze non è stato l’unico a fare questo paragone, anche Mahmud Darwish ha paragonato questi due popoli che hanno in comune il fatto di essere stati vittime di un colonialismo basato sull’idea che si possa affermare il diritto ad insediarsi in un Paese, semplicemente cacciando quelli che lo abitavano prima. L’unica differenza sta nel fatto che gli Israeliani proclamano una sorta di legame con quella terra, anche se si tratta di uno molto tenue, quasi esclusivamente sentimentale. Quello che tento di mostrare nel libro è la lunga storia di resistenza che hanno i palestinesi. Penso che mai ci siano stati dei legami forti come in questo momento tra i palestinesi che vivono a Gaza e tutti gli altri nel mondo e questo sta facendo sì che escano dall’invisibilità in molti ambiti, e anche se questo mi dà speranza rimane il fatto che abbiamo perso la leadership. Nonostante le mie molte paure io rimango però fiduciosa.

1 commento:

  1. https://soundcloud.com/icalondon/comunismo-futuro-intro-qa
    -dmf

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