domenica 13 settembre 2015

:: Dromology Archive 7 :: La nascita del Robo Sapiens: automazione e crisi del taylorismo - Parte XIV - Recensione del libro "Gli algoritmi del capitale" (curato da Matteo Pasquinelli)

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La nascita del Robo Sapiens: automazione e crisi del taylorismo


Nel 1961 la General Motors impiantò il primo robot industriale, Unimate, nella catena di montaggio del proprio impianto a Ewing Township, New Jersey, Usa. Brevettato nel 1954 da George Devol e Joe Engelberger, la macchina fu perfezionata da quell'anno fino al suo ingresso in fabbrica, agli albori dei Sixties. Iniziò in questo modo la terza rivoluzione industriale che di lì a pochi decenni avrebbe ridefinito tutto il sistema di produzione del settore manifatturiero. Il primo ‘robo sapiens’ installato sulla linea d’assemblaggio risulterebbe oggi, ai nostri occhi, particolarmente goffo, nella sua dimensione estetica: fornito di un solo braccio meccanico che poteva spostare fino a due tonnellate di metallo rovente per poi saldarlo sulla carrozzeria dell’automobile, poggiava su una scatola di metallo, governata a sua volta da un computer anch'esso inserito in una scatola quadrata da cui silenziosamente guidava il braccio meccanizzato. Altrettanto silenziosamente i robot industriali hanno sostituito i lavoratori umani. Anche nel nostro immaginario collettivo, gli schiavi alienati in tuta blu, così empaticamente descritti da Fritz Lang in Metropolis (1927), sono ora sostituiti dalle tenui fogge cyber-metallizzate dei robots saffici di Chris Cunningham (1999). Dal lavoratore umano accanto alla macchina, preso nel concatenamento brutale ottocentesco del processo industriale uomo-macchina, si passa a macchine adiacenti ad altre macchine nel secondo Novecento, in processi algoritmici di automazione tra robot.

Nel 1982 il Giappone produceva già 24.000 robot industriali all’anno. La Cina, nel 2014, ne ha prodotti 40.000: possono sembrare pochi, ma sono il doppio di quanto ne ha prodotti nel 2011 e quasi il triplo di quanti ne ha prodotti nel 2010. Nel 2014, in tutto il mondo, sono stati venduti oltre 228.000 robot. Quest’anno i Robo Sapiens impiegati nelle linee di produzione dell’industria mondiale sono oltre 1,5 milioni: si tratta di prodotti generati da una sintesi raffinata di meccanica, elettronica, matematica e software. Si è già innescata, però, una seconda rivoluzione nella robotica: il futuro dell’automazione saranno i ‘service robots’ utilizzabili non più nell’industria ma nei servizi e nella domotronica residenziale. Sarà la prossima sfida del futuro. Algoritmi fruscianti, soluzioni automatizzate e lavoratori meccanici: che ne direbbe il Marx del ‘frammento delle macchine’? Come si può sfidare la ‘vasta potenza inumana’ ingegnerizzata dal capitale?

(Nota dell'editore: il testo completo si compone di 22 paragrafi che verranno pubblicati giorno per giorno, a partire dal 31 agosto 2015. Il titolo del breve saggio/recensione è Dromologia, bolidismo e accelerazionismo marxista. Frammenti di comunismo tra al-Khwarizmi e Mach)



Picblog: Euthanasia Coaster by Julijonas Urbonas: Challenging the physical and psychological limits of the human body, this speculative design is intended to slowly ascend 1,700 feet into the air before launching passengers down seven loops at a mind-boggling speed of 330 feet per second. The roller coaster aims to give its riders a diverse range of experiences from euphoria to thrill, tunnel vision to a loss of consciousness and, eventually, to the end result: death.

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