mercoledì 10 giugno 2015

Per una teoria delle minoranze: Il distaccamento minoritario di Badiou - Parte X - (tratto da Archeologia delle minoranze: Intervista con Franco Motta - uscita prevista Settembre 2015)


Il distaccamento minoritario di Badiou

di Obsolete Capitalism


Nella quindicesima e sedicesima glossa del testo di Alain Badiou '24 glosse sull'uso della parola "popolo"' (Che cos'è un popolo, 2014), il filosofo francese sviluppa il tema della 'misura' quantitativa del popolo inteso come categoria politica. Badiou annuncia, e allo stesso tempo denuncia, la crisi della rappresentazione maggioritaria del processo elettorale, problematizzando sia l'inerzia statale del popolo che ne deriva sia la legittimità politico-istituzionale. Perché Badiou indaga il tema della misura quantitativa del popolo? Perché contrappone all'inerzia della maggioranza e della sua rappresentazione formale l'attivismo del distaccamento minoritario che combatte la sottomissione all'autorità dispotica. Il popolo, secondo Badiou, può interpretare di nuovo il soggetto di un processo politico di liberazione ma solo e sempre nella forma di una minoranza che reclama il proprio essere popolo e annienta l'inerzia della totalità del popolo sottomesso. Al di là della consistenza numerica e della pienezza politica, il distaccamento minoritario può e deve assumere su di sé la totalità di popolo solo se in relazione con "mille canali e azioni, con il vivo della massa popolare". Qui è chiaro il riferimento all'avanguardia del partito di massa, anche nella versione di rivoluzione culturale maoista, cioè quel segmento peculiare del distaccamento minoritario che in passato fu svolto dall'organizzazione specifica del Partito Comunista. Perché qui ci interessa la riflessione di Badiou su popolo sovrano maggioritario e distaccamento minoritario all'interno dello stesso popolo? Perché nel suo interrogarsi sul popolo e le sue differenze quantitative, Badiou elabora una tassonomia del concetto di popolo in quanto soggetto politico e pone una serie di quesiti sul tema che ogni minoranza deve affrontare come legittimazione del proprio costituirsi in quanto soggetto e come realizzazione possibile di un progetto politico. Legittimità e possibilità: si tratta di prerequisiti per ogni minoranza culturale, intellettuale e politica della nostra modernità. La minoranza attiva di un popolo - che grazie a questo attivismo e al progetto politico elaborato, dichiara di parlare in nome del corpus del popolo - si deve dotare di un distaccamento organizzato, di una comunicazione adeguata e di capacità relazionanti. Ecco emergere, secondo la visione di Badiou, alcuni caratteri che la minoranza deve avere: energia trasformatrice (l'attivismo), organizzazione, relazione, progetto politico, completa identificazione con il corpo pieno del popolo. Sebbene dietro il discorso di Badiou s'intravveda il rimando a situazioni di un recente passato - organizzazioni, gruppi e partiti socialisti, comunisti, rivoluzionari e/o eserciti, formazioni e fronti di liberazione nazionale anti-coloniali e anti-imperialisti - rimane evidente il lato progressista di tale concetto di minoranza. Non si tratta di minoranze elitarie ma di minoranze con grande consapevolezza storica e intellettuale a cui Badiou assegna un radicale compito di liberazione.


(tratto dall'e.book Archeologia delle minoranze. Intervista con Franco Motta su "Elogio delle minoranze" - in uscita a Settembre 2015)

picblog: Ryoichi Kurokawa - Syn_2014 (fragment)


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