lunedì 8 giugno 2015

Per una teoria delle minoranze: L'individuazione collettiva - Parte VIII - (tratto da Archeologia delle minoranze: Intervista con Franco Motta - uscita prevista Settembre 2015)


L'individuazione collettiva

di Obsolete Capitalism

L'associarsi dell'individuo individuato alla società non è esente da lacerazioni e conflittualità: "L'individuo si vede proporre degli scopi, dei ruoli da adottare; deve tendere a questi ruoli, nonché a certi esempi e a certe idealità; deve essere guidato da modelli che si sforza di attuare, accordandovisi e adempiendoli. La società presenta all'essere individuale una rete di stati e di ruoli attraverso cui deve passare la sua condotta". 
Non esiste, dunque, reciprocità tra il macro-sociale e la singolarità irripetibile. Infatti, "l'individuo è obbligato a proiettare il proprio futuro attraverso una rete sociale già esistente; per socializzarsi, l'individuo deve passare; integrarsi significa coincidere con la società secondo un reticolo, non secondo la forza immanente al futuro dell'essere somato-psichico". Assenza di coincidenza, irreciprocità strutturale: nulla che faccia presagire l'individuo individuato come adulto integrato.

Ciò che Simondon assegna all'essere è la sua capacità di vivere trasformandosi, frutto di quella Natura residua allocata nella realtà individuata che continua a produrre evoluzione. Qui, però, la singolarità deve colmare un divario: "la società non è il prodotto della reciproca presenza di molti individui", bensì "è l'operazione, e la condizione operativa, con cui si determina un modo di presenza più complesso di quanto sia la presenza dell'essere individuale isolato". Ecco apparire nel mondo teorico di Simondon la complessità del reale: la società è un sistema operativo governato grazie a schemi sociali in cui soggetti e gruppi si manifestano attraverso modi di presenza. L'individuo individuato entra in relazione con la sfera sociale attraverso mediazioni che permettono alla sua presenza non strutturata di accordarsi con l'organizzazione organizzata del macro-sociale. Il rapporto con la società passa necessariamente attraverso un'interzona sociale di gruppo. Ma il gruppo, questa collettività minore, non sarà il frutto di un mero agglomerato di personalità già individuate e costituite, ma sarà il risultato di una individuazione di gruppo, cioè di un apporto condiviso di presenza, tensione e ambiente. Questa nuova individuazione non distruggerà la precedente ma sarà la parte attualizzata dell'evoluzione del soggetto, il punto d'arrivo dell'ontogenesi, cioè delle "fasi di sviluppo del singolo io autocosciente" (Virno, 2001). Ogni singolarità si combinerà con gli altri individui della collettività minore in quella parte di indeterminazione costitutiva che risiede in tutti loro, un nucleo di energia potenziale evolutiva pre-individuale
(segue)

(tratto dall'e.book Archeologia delle minoranze. Intervista con Franco Motta su "Elogio delle minoranze" - in uscita a Settembre 2015)

picblog: Ryoichi Kurokawa - Syn_2014 (fragment)


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