martedì 12 marzo 2013

Concetto Vecchio: Cacciare Silvio. Ora si può @ Repubblica, 12 marzo 2013


Concetto Vecchio: 
Cacciare Silvio. Ora si può @ Repubblica, 12 marzo 2013
C’è un punto pesantissimo su cui Pd e 5 Stelle potrebbe sperimentare sin da subito una collaborazione: dichiarare Silvio Berlusconi ineleggibile. Ieri alle 20,30 è uscita un’agenzia Dire che ci ha fatto sobbalzare sulla sedia: già venerdì si riunirà la giunta provvisoria per la verifica dei poteri. E alle tre del pomeriggio il capogruppo grillino al Senato Vito Crimi si era detto favorevole a votare per l’ineleggibilità del Cavaliere. Il conflitto d’interessi non è del resto uno degli otto punti con cui Bersani ha intavolato un dialogo post-voto con Grillo? MicroMega ha già raccolto 160mila firme sul suo sito per applicare finalmente la legge del 1957 – articolo 10 del Dpr del 30 marzo numero 361 – che rende ineleggibile il proprietario di un’impresa vincolata allo Stato da concessione pubblica, com’è  Berlusconi con le sue tv. Insomma, questo atto rivoluzionario potrebbe rappresentare il primo mattone di un’alleanza tra i due gruppi che al Senato dispongono della maggioranza di 178 seggi. Se Bersani fa sul serio, ecco la più irripetibile delle occasioni. Segare la sedia a Berlusconi. Cacciarlo dal Parlamento!
Sono quasi vent’anni che se ne parla. Il primo a scriverlo fu La Voce Repubblicana. Era il 27 gennaio 1994, all’indomani della discesa in campo di Silvio. Il quale fece rispondere ad uno dei suoi fedelissimi, Antonio Tajani: “Strumentale polemica elettoralistica!”. (Quel giorno – si badi bene – Berlusconi dichiarò che se fosse entrato in Parlamento, “un Parlamento finalmente rinnovato”, avrebbe riformato “la tradizione spagnolesca che conferisce ai rappresentanti del popolo la parola di onorevoli: una parola che non mi piace”. Un po’ come Casaleggio che ha imposto ai suoi di farsi chiamare cittadini. Ops!) Nella sinistra stordita dalla sberla presa alle elezioni furono solo i Verdi a far la battaglia per far applicare la norma del 1957. Nell’infuocato pomeriggio del 20 luglio 1994 la giunta per le elezioni esaminò tre ricorsi che miravano a far decadere Berlusconi. Naturalmente furono respinti. Se tutti e tredici gli esponenti dell’opposizione fossero stati presenti al momento del voto la storia avrebbe preso un’altra piega.
Dopo di allora la sinistra si disinteressò di far leva su quell’articolo di legge, anzi molti dei suoi bollarono i tentativi del duo Veltri- Di Pietro, e dell’Espresso – che ne fece una campagna di stampa – come “antiberlusconismo rozzo”. Nel 2001 l’allora premier Giuliano Amato bocciò ogni velleità: “Berlusconi è eleggibile”.
Molti grillini rinfacciano proprio questo al Pd, e prima ai Ds e Pds: di essere stati troppo morbidi con Sua Emittenza sul conflitto d’interessi. Ora sono giorni che i dirigenti democratici ripetono che “stavolta si possono fare le cose”. Bene. Cominciate da qui. Vediamo se il vento è cambiato davvero.
Scommettiamo che salterà su un D’Alema o un Orfini o un Latorre, a dirti: “Ma come si fa a cacciare il leader di una forza che ha preso 6 milioni di voti?”. Scommettiamo?

Firma anche tu qui l'appello di Micromega per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi

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