mercoledì 13 febbraio 2013

Accordo con una società svizzera Il Vaticano riattiva i bancomat @ La Stampa (redazionale) 13 febbraio 2013



Accordo con una società svizzera
Il Vaticano riattiva i bancomat

@ La Stampa, 13.02.2013

Il servizio dopo un mese di black out
Torna il bancomat in Vaticano e musei, supermercato, farmacia e attività commerciali varie tirano un sospiro di sollievo. Dopo il «blackout» scattato a inizio gennaio su disposizione della Banca d’Italia per la mancanza di alcune autorizzazioni necessarie, ora il servizio è stato riattivato grazie alla stipula di un nuovo accordo con una società svizzera, Aduno. Ed è proprio nel fatto che Aduno sia svizzera, e quindi fuori dall’Ue, la chiave della soluzione del problema. 

Precedentemente, infatti, il servizio per il pagamento tramite pos e bancomat vedeva come operatore Deutsche Bank Italia, soggetto di diritto italiano vigilato da Via Nazionale. Nel corso di una ispezione di vigilanza condotta nel 2010 presso Deutsche Bank Spa, Bankitalia aveva contestato alla banca di prestare servizi di pagamento mediante apparecchi Pos installati nello Stato della Città del Vaticano, extracomunitario, in assenza di autorizzazione. Il Testo Unico Bancario prevede infatti che «le banche italiane possono operare in uno Stato extracomunitario senza stabilirvi succursali previa autorizzazione della Banca d’Italia». Dopo l’ispezione, Deutsche Bank aveva presentato a sanatoria un’istanza di autorizzazione, che però a dicembre è stata negata per assenza in Vaticano di una legislazione bancaria e finanziaria e di un sistema di vigilanza prudenziale, che si aggiungano a quelli per la lotta al riciclaggio. All’istituto tedesco non é rimasto così che prendere atto dell’esito del procedimento e cessare le attività in Vaticano dal 31 dicembre. 

Un problema non secondario per il piccolo stato Oltretevere, sia per le complicazioni per turisti e utenti, sia per le mancate entrate stimate in 30 mila euro al giorno. Per trovare una soluzione, ci sono stati due incontri fra i tecnici di Via Nazionale e l’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana. Nel corso dei colloqui si sarebbero prospettati, per uscire dall’impasse, l’adozione di schemi operativi complessi per adeguarsi agli standard Ue. Schemi che il Vaticano ha deciso di non seguire, preferendo la soluzione della società svizzera, al di fuori dall’Ue e quindi dalla vigilanza Bankitalia nell’ambito dell’eurosistema. Questo non toglie che il lavoro fra Aif e Bankitalia sugli altri temi e più in generale sull’adeguamento della normativa dello Stato della Città del Vaticano non dovrebbe comunque interrompersi. Per risolvere il problema del blocco del Pos si è preferita una strada più veloce.  (Davvero ? n.d.r.)

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